sabato 26 aprile 2014

Quanto ci costa la manovra agricola del Salvatore della Patria


Sempre di tagli si tratta in fondo....come preannunciato da alcuni autorevoli giornali economici e ripreso dal blog (qui e qui), Renzi taglia le esenzioni IMU sui terreni agricoli, aumentando di fatto le imposte dirette sull'agricoltura (montana, collinare e svantaggiata) di ben 350 milioni di €. Ma non solo.
Il decreto n.66 è stato pubblicato il 24 aprile ed all'art. 22 si trovano due commi dedicati all'agricoltura (il bancomat degli ultimi Governi). 
Sotto il titolo il beffardo "Riduzione delle spese fiscali" si annida un micidiale inasprimento fiscale per l'agricoltura italiana montana, collinare e svantaggiata (3/4 della superficie nazionale agraria secondo le stime del Sole24 ORE, qui elenco, più di 3/4 circa del territorio siciliano a scorrere la lista dei comuni attualmente interessati).

In dettaglio, la manovra fiscale tesa a fornire un bonus di 80 € ad alcune categorie, con il decreto legge n.66 del 24-04-2014 (qui la Gazzetta Ufficiale) stabilisce quanto segue al comma 1, art.22:

Art. 22 (Riduzione delle spese fiscali) 1. All'articolo 1, comma 423, della legge 23 dicembre 2005, n. 266,e successive modificazioni, le parole: "e si considerano produttive di reddito agrario" sono sostituite dalle seguenti: ". Il reddito e'determinato applicando all'ammontare dei corrispettivi delle operazioni soggette a registrazione agli effetti dell'imposta sul valore aggiunto il coefficiente di redditivita' del 25 per cento,". Le disposizioni del presente comma si applicano a decorrere dal periodo di imposta successivo a quello in coro al 31 dicembre 2013 e di esse si tiene conto ai fini della determinazione dell'acconto delle imposte sui redditi dovute per il predetto periodo d'imposta.  
Questo comma riguarda gli imprenditori agricoli produttori di energia elettrica che subiranno un variazione nel computo del reddito passando da quello agrario ordinario ad un reddito calcolato sul volume d'affari IVA. Ciò si tradurrà in un aumento della imposizione fiscale.

Non sono mai stato un fan delle rinnovabili in campo, ma dopo aver spinto tanti imprenditori a puntare su questo settore (magari anche contraendo mutui pluriennali), trovo scorretto che lo Stato cambi all'improvviso e dopo pochi anni dagli incentivi, le regole del gioco dell'imposizione fiscale.
Ulteriore prova, se ve ne fosse bisogno, che investire in Italia è più rischioso di una partita alla roulette russa.

Ma la misura che lascerà il segno sull'agricoltura è quella riportata nel secondo comma, sotto riportato:

2. Il comma 5-bis dell'articolo 4 del decreto-legge 2 marzo 2012, n. 16, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 aprile 2012, n.44, e' sostituito dal seguente: "5-bis. Con decreto di natura non regolamentare del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali, e dell'interno, sono individuati i comuni nei quali, a decorrere dall'anno di imposta 2014, si applica l'esenzione di cui alla lettera h) del comma 1 dell'articolo 7 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, sulla base dell'altitudine riportata nell'elenco dei comuni italiani predisposto dall'Istituto nazionale di statistica (ISTAT),

(ISTAT), diversificando eventualmente tra terreni posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali di cui all'articolo 1 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99, iscritti nella previdenza agricola, e gli altri ed in maniera tale da ottenere un maggior gettito complessivo annuo non inferiore a 350 milioni di euro a decorrere dal medesimo anno 2014.euro a decorrere dal medesimo anno 2014. Il recupero del maggior gettito, come risultante per ciascun comune a seguito dell'adozione del decreto di cui al periodo precedente, e' operato, per i comuni delle Regioni a statuto ordinario e delle Regioni Siciliana e Sardegna, con la procedura prevista dai commi 128 e 129 dell'articolo 1 della legge 24 dicembre 2012, n. 228, e, per i comuni delle regioni Friuli-Venezia Giulia e Valle d'Aosta e delle province autonome di Trento e di Bolzano, in sede di attuazione del comma 17 dell'articolo 13 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214.1 della legge 24 dicembre 2012, n. 228, e, per i comuni delle regioni Friuli-Venezia Giulia e Valle d'Aosta e delle province autonome di Trento e di Bolzano, in sede di attuazione del comma 17 dell'articolo 13 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214.
In pratica il Governo preleverà almeno 350 milioni di € dalla revisione delle esenzioni IMU sui comuni montani, collinari e svantaggiati. Posto che il prelievo è sicuro (anzi il Governo già si è speso i soldi, garantendo la copertura strutturale agli 80 € in busta paga sembrerebbe) rimane da capire quali comuni manterranno le esenzioni. Si attende un nuovo decreto regolamentare del Ministero dell'Economia.
Da quanto si legge sopra sembrerebbe che le esenzioni superstiti saranno assegnate soltanto in base all'altimetria e che le categorie agricole professionali dovrebbero godere di qualche vantaggio.
Al momento con la normativa attuale, se i miei terreni collinari non fossero esenti e grazie al sito TuttoIMU (pigia qui per il calcolo ed inserisci il reddito dominicale) il conto è presto fatto. Personalmente per ogni 1000 € di Irpef versata, ne dovrei versare altri 1000 di IMU. In pratica le imposte dirette semplicemente mi raddoppiano.
Il calcolo l'ho effettuato tenendo conto della aliquota agevolata come Coltivatore Diretto/IAP (75 contro una aliquota ordinaria di 135), e di una aliquota media IMU del comune di riferimento pari al 7,6 per mille (ma può anche arrivare al 10 per mille, dipende da quanto stia alla canna del gas il vostro comune di riferimento).
Ultimo ma non meno importante, confermato anche lo spesometro per tutte le imprese agricole, tra le norme collaterali. Ciò diventa un serio aggravio burocratico per le imprese agricole al di sotto degli 8000€ di volume d'affari che al momento non si vedono costrette a dichiarazione IVA di alcun genere.
Insomma Renzi si dimostra astuto e spregiudicato...tassa l'agricoltura perché sa che tanto il gettito fiscale non cala. Anche se abbandoniamo l'attività agricola o la cediamo, qualcuno dovrà sborsare lo stesso le imposte, per il mero possesso del terreno.
Sa anche che la maggior parte di noi non lo voterebbe (e ci mancherebbe), quindi ha poco da perdere dal punto di vista elettorale...sa che l'unico strumento efficace e temuto di rivendicazione sono i blocchi stradali..ma quelli sono possibili in collaborazione con la categoria degli autotrasportatori. Dunque è bastato soddisfare le loro richieste per isolare gli agricoltori e spolparli tranquillamente...Divide et Impera...
Ave Cesare...morituri te salutant

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