martedì 5 novembre 2013

Fotovoltaico in Sicilia: opportunità o minaccia?


Opportunamente segnalatomi, ecco il caso del più grande impianto agro-fotovoltaico d'Europa, qui in Sicilia, nella piana di Gela (CL). Sotto l'egida del Presidente della Regione Crocetta, gelese, parte di 230 ettari di terreno agricolo di ottima qualità stanno per essere trasformati in una distesa di serre fotovoltaiche. 








Un articolo del Sole 24 ORE
Trasformare la copertura delle serre utilizzate per la produzione di ortofrutta in una grande (e unica nel suo genere) centrale di produzione di energia elettrica dal fotovoltaico. È questo il principio alla base del progetto presentato a Gela e portato avanti dalla cooperativa Agro Verde di cui è presidente Stefano Italiano: «Riusciremo così a garantire una produzione energetica tutto l'anno e una produzione agricola di qualità».
Un progetto, che ha già ottenuto tutte le autorizzazioni e che la prossima settimana, incassata la firma sul decreto di autorizzazione, sarà avviato concretamente anche se la posa della prima pietra alla presenza del presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta è prevista per sabato. Un progetto, il più grande del genere in Europa, che vale 300 milioni di investimento in due anni e che darà lavoro nella fase di cantiere a un migliaio di persone mentre saranno 400 i nuovi posti di lavoro creati a regime.
Due i canali di finanziamento per la costruzione di nuove serre su un'area di 230 ettari di cui 110 ettari coperti dalle strutture serricole (un milione circa di metri quadrati coperti da circa 233mila pannelli solari) saranno coperte dai pannelli garantendo una produzione di energia da fotovoltaico per 80 Mw mentre 40 Mw saranno garantiti da un altro impianto di cogenerazione a biomassa «per produrre caldo, freddo e Co2 per la concimazione carbonica delle piante» spiega Italiano.
Il primo canale di finanziamento e più importante è sicuramente quello internazionale: oltre 200 milioni sono stati investiti in questo progetto da finanziatori internazionali che fanno capo a Radiomarelli, storica azienda di cui è presidente Saverio Ciampi oggi con sede a Lugano nota soprattutto per essere stata tra le prime al mondo a produrre radio e televisori e che da tempo ha diversificato gli investimenti anche nel settore dell'energia rinnovabile (oltre che in Italia è presente in Romania, Spagna e Croazia). In questo caso Radiomarelli agisce da general contractor: il presidente e il direttore generale Metello Savino hanno individuato gli investitori e cureranno l'investimento. Dei 205,2 milioni una prima quota (pari a circa 170 milioni sarà investita subito mentre il resto sarà messo a disposizione in una seconda fase). Il resto delle risorse necessarie all'investimento (pari a 94,8 milioni) che sarà investito nella parte specificatamente agricola deriva in parte da un finanziamento del Cipe pari al 30% della quota e il resto dalla cooperativa che ha messo a disposizione risorse proprie. «L'esito favorevole dell'istruttoria compiuta da ben 22 enti diversi - dice il presidente di Radiomarelli - e i favorevoli pareri da ognuno espressi nell'ambito dell'apposita conferenza di servizi prodromica al rilascio della definitiva autorizzazione per la messa in esercizio degli impianti, rende contezza dell'impegno profuso nella redazione del complessivo progetto e nella definizione dei diversi procedimenti autorizzativi sin qui seguiti, con la direzione della stessa amministrazione comunale di Gela (quella attuale guidata da Angelo Fasulo e quella precedente che era guidata dall'attuale presidente della Regione Rosario Crocetta ndr), cui va il merito di averlo fortemente sostenuto, garantendolo contro il pericolo di qualunque forma di condizionamento della criminalità, mediante appropriati strumenti di stretta collaborazione con le forze di polizia e la prefettura di Caltanissetta, in grado di assicurare un costante monitoraggio e controllo dei soggetti a vario titolo chiamati ad interagire nella realizzazione dell'opera progettuale».
Radiomarelli, partner finanziario che è stato trovato grazie al lavoro fatto da Uecf-Geie guidata Luca Sirugo e che ha come responsabile siciliano Massimo Strano, gestirà e monitorerà l'andamento del progetto da Lugano anche per garantire un controllo più stretto agli investitori internazionali che hanno creduto e investito nell'iniziativa tramite la società presieduta da Ciampi.
«Finalmente - dice Fasulo - si è concluso un lungo iter burocratico e adesso si potrà dare il via ad uno dei progetti più importanti ed ambiziosi per il nostro territorio non posso che essere profondamente soddisfatto per un investimento innovativo ed eco sostenibile, che creerà, a regime, tantissimi nuovi posti di lavoro. Una produzione agricola all'avanguardia connessa alla produzione di energia rinnovabile che rilancerà un modo nuovo di fare agricoltura di qualità nel rispetto dell'ambiente e che regalerà un'indispensabile boccata di ossigeno ad un territorio afflitto da una pesante crisi occupazionale. Voglio fare le mie congratulazioni all'Agro Verde che oggi dimostra che con la competenza e l'impegno nessun traguardo è impossibile».


date un occhiata al video sotto, per comprendere l'imponenza dei lavori.



“Qui la mafia non entrerà perché vigileremo con attenzione”, aveva detto il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta (Pd) lo scorso giugno durante la posa della prima pietra dell’impianto fotovoltaico più grande d’Europa. Circa 230 ettari di superficie situata in contrada “Zai”, a circa 7 km dal centro di Gela, garantirà una produzione energetica di 80 Mw, favorita dall’istallazione di 233 mila pannelli solari apposti sopra le serre. Il progetto si chiama “ciliegino” e prevede un’investimento di 300 milioni di euro, capitale proveniente dal Cipe e dalle società private Radiomarelli Spa e dalla cooperativa Agroverde di Gela presieduta da Stefano Italiano. Quest’ultimo è stato indagato dalla Procura di Gela nel 2008, che lo accusava di aver “riciclato” capitali provenienti dalle famiglie mafiose. Due anni più tardi viene assolto con formula piena perché “il fatto non sussiste”, ma la Procura Generale impugna la causa e riapre la vicenda. Anche un’altra azienda che partecipa alla realizzazione dell’opera, la Mondello Spa di Emanuele Mondello è finita sotto la lente della giustizia. L’imprenditore gelese si aggiudica con i sub-appalti alcuni lavori nella ricostruzione post-terremoto dell’Aquila. La Dia però segnala alla Procura che tredici dipendenti avevano precedenti penali anche di stampo mafioso, mentre lo stesso imprenditore era stato posto sotto controllo insieme ad altri due pregiudicati «per aver curato nel settore degli appalti pubblici gli interessi del clan Rinzivillo». Nel 2011 Mondello viene tirato in ballo dal collaboratore di giustizia Carmelo Barbieri, ex boss gelese, il quale riferisce che l’imprenditore «garantiva in continuazione regali economici» ai clan. «I soldi venivano consegnati a Daniele Emmanuello», referente della famiglia mafiosa di Gela, il quale garantiva ai clan che «quell’imprenditore non si doveva toccare». Nonostante le vicende giudiziarie dei due imprenditori la Regione Sicilia ha dato il benestare all’opera. Crocetta non nega che «un imprenditore che viene estorto è comunque un imprenditore che entra in contatto con la mafia», specificando però «che se quest’ultimo si ribella e denuncia» automaticamente si riscatta, e collaborando con la giustizia ha quindi «diritto al credito» di Saul Caia, 







Alcune mie considerazioni e perplessità: 
1) la prima consiste nell'effettiva coniugazione dell'aspetto produttivo agricolo con quello energetico. Se questa non si dovesse realizzare, infatti si trasformerebbe un ottimo terreno, caratterizzato da una agricoltura intensiva (carciofi principalmente) in grado di fornire lavoro a manodopera locale, in una distesa sterile di pannelli che potrebbe aumentare la disoccupazione, piuttosto che ridurla.
Alcune esperienze sperimentali evidenziano la possibilità tecnica di coltivare nelle serre ombreggiate dai pannelli; nella realtà tuttavia in altre parti della Sicilia, dove alcune serre sono state installate, le colture sottostanti (solitamente piante sciafile da vivaio) sono coltivate strumentalmente alla installazione della serra ed al percepimento del contributo.

2) I Capitali coinvolti derivano per circa 2/3 da una società straniera, la RadioMarelli, con sede a Lugano (Svizzera), seppure apparentemente italiana. 1/3 circa da risorse pubbliche del CIPE. Una piccola quota da una cooperativa locale. Dunque lo Stato sembrerebbe finanziare una centrale fotovoltaica sostanzialmente di proprietà straniera. Sulle eventuali infiltrazioni criminali evidenziate da alcuni osservatori, vi rimando all'articolo del Fatto Quotidiano sopra.


3) aspetti paesaggistici: secondo Emilio Giudice, Direttore della Riserva Biviere di Gela, si è scelto di utilizzare un’area ad alto valore ecologico, la Piana di Gela. Qui si stravolgerà il paesaggio costruendo prima le serre e poi realizzando l’impianto, con la giustificazione del risparmio di CO2. Nel mirino anche il Comune di Gela, incapace secondo Giudice di sfruttare soluzioni come il fotovoltaico inserito nel contesto cittadino, ad esempio sui tetti degli edifici scolastici. Addirittura il progetto che sorgerà viene paragonato a livello di “devastazione di superficie” agli impianti Eni presenti nella zona.

4) Le rinnovabili si sono dimostrate un arma a doppio taglio, in realtà agricole più fragili delle nostre, vedi il video su Creta sotto. L'impianto di Gela sarà una risorsa per il territorio o sarà l'atto finale di un processo di desertificazione agricola e sociale già in corso in Sicilia? 



Come faccio a non urlare from politestv on Vimeo.

20 commenti:

  1. Premetto che questo non è il modello di sviluppo delle rinnovabili che auspico... ma diamo un'occhiata ai contenuti : ha 230 si ma coperti da serre 110 , sempre un'enormità ma meno della metà ... il progetto nn è solo FV ma prevede un'impianto a biomassa x la climatizzazione e sappiamo che i costi x il riscaldamento delle serre è da sempre la maggiore criticità della serricoltura. E' possibile coltivare sotto le serre fv ? è anche un mio dubbio ma non penso che chi si è messo in un progetto cosi imponente sia così sprovveduto ..anche xchè ci mette bei soldini ... Ora un po di polemica..sul video l'intervistato declama "l'alto valore ecologico" della piana di Gela !!!! ma stiamo parlando dello stesso film ???? io ogni volta che ci vado, vengo preso dall'angoscia , alla vista di uno scenario apocalittico da sopravvissuti a una guerra nucleare... Penso proprio che dal punto di vista ambientale i Gelesi abbiano proprio poco da perdere ... Ultimo punto , decidiamoci siamo redimibili o no? nel primo caso non possiamo continuare a dire che da noi qualsiasi grande investimento non si può fare xchè la mafia ne usufruirà matematicamente ... Il rischio è reale ?sicuramente ,è rilevante? certamente ,ma se la medicina è starsene fermi come i cunigghi ... siamo già morti . Assumiamoci quindi la responsabilità di essere uomini e nn ominicchi ,se vogliamo che i nostri figli abbiano un futuro in questa nostra meravigliosa maledetta terra.

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    1. beh...tu sei un siciliano di montagna...il territorio di Gela è apparentemente desolato, ma non per questo merita di essere devastato...credo che l'aspetto dirimente sarà la coltivazione proficua o meno delle serre...

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  2. no non parlavo della diversa natura .. ma dello scempio ormai irreversibile perpetrato negli anni 60 ricevuto come dono di Dio dal suo arcangelo Mattei . Si ribadisco i gelesi hanno poco da perdere ed è grottesco parlare di valore ecologico all'ombra di quei mastodonti arrugginiti che sputano fetidi miasmi 24 su 24 h.

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  3. la centrale sarebbe dall'altro lato della Piana, rispetto alla raffineria, zona agricola mi risulta...sono pure arrivate le cicogne...la dipingi peggio di come è. http://palermo.repubblica.it/cronaca/2012/06/05/news/i_nidi_delle_cicogne_nella_piana_di_gela-36584437/

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  4. Purtroppo le perplessità di Granduro si riveleranno sacrosante.
    Nelle marche, a parte lo scempio dei pannelli fotovoltaici piantati in mezzo ai campi, ormai bloccati, è stato perpetrato un’altra mostruosità.
    Le centrali a biomasse e biogas, spuntate come funghi in quanto autorizzate in una notte perché sotto la soglia dei 999 MW.
    Queste centrali mangiano il prodotto di due ettari e mezzo di granoturco da biomassa al giorno. Interi campi sono stati dirottati a questo scopo. Il risultato è stato che si è passati dai 400 euro l’ettaro di affitto agli attuali 1200. Questo perché gli enormi incentivi pubblici rendono conveniente ciò che sarebbe altamente svantaggioso. Il risultato per gli agricoltori e soprattutto per gli allevatori credo che non debbano essere spiegati.
    Non sono contro queste energie alternative, anzi mini centrali a biomassa associate alle stalle, che funzionano con gli scarti delle stesse hanno salvaguardato il reddito delle stesse in passato, con vantaggi anche per l’ambiente.
    Pannelli fotovoltaici, sicuramente si ma sui tetti.
    Sono convito che il futuro dipenda anche da questo tipo di energia, ma i nostri politici sono riusciti a trasformare una opportunità in un’altra occasione di ruberie e sprechi.

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    1. Toni condivido in toto, anche se con il secondo conto energia si è poi cercato di porvi rimedio,differenziando le tariffe secondo criteri di dimensione dell'impianto e virtuosità del materiale che finisce nel digestore, si è comunque chiusa la stalla a buoi fuggiti. Ci si poteva pensare prima,ma evidentemente l'abbaglio del dio denaro ha accorciato la vista , annebbiato la coscienza e tolti gli scrupoli a politici,funzionari e tecnici dediti alle VIA, investitori vari e anche ad alcuni agricoltori/allevatori.
      Dici bene da un opportunità a un'altra di quelle di scemenze perpetrate per ingordigia di business ,di cui pagheranno le conseguenze le generazioni future.Tra l'altro uno dei vantaggi sostenuti ,dai promotori del bio gas :migliore gestione dei reflui zootecnici e del terreno si è rivelata fallace.
      Dopo la digestione aumenta la frazione ammoniacale( molto più volatile e difficile da gestire)e viene a mancare gran parte del carbonio,questo associato ai ridotti tempi di intervento delle mastodontiche attrezzature di raccolta trinciati e spargimento reflui,comporta soprattutto nei terreni a quella sola destinazione,un vero e proprio massacro con destrutturazione e calpestamenti i cui effetti si iniziano a vedere già ora : calo delle rese e aumento dell'energia necessaria a lavorare il terreno.
      Vorrei tanto sbagliarmi ,ma purtroppo temo che questi effetti collaterali si amplificheranno negli anni a venire.Questo per pordurre energia elettrica e dissipare in gran parte quella termica( circa il 40% se non erro)

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    2. Sì, il rendimento delle centrali a biogas è sicuramente di quell'ordine di grandezza: soprattutto con mini-impianti è difficile avere un'efficienza ottimale nella conversione in energia elettrica.

      In linea di principio però il calore "residuo" potrebbe essere impiegato in qualche modo utile (ad esempio per riscaldare qualche azienda agricola o qualche paesino) anziché buttato via..... ma non so se viene fatto davvero.

      Alla fine, come avete scritto voi, questa si è rivelata l'ennesima vacca da mungere... per fare arricchire qualcuno (politici inclusi, ovviamente) a spalle della collettività.

      orzo

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  5. fotovoltaico si, ma sui tetti, anche per me...

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  6. Tornando sull’argomento, mi domando e dico, questo sarà l’impianto più grande al mondo, va bene, ma il più piccolo e quello un pochino meno piccolo, dove sono stati costruiti e principalmente stanno funzionando? Ditemi voi, ma io non ho trovato esempi virtuosi in internet!
    Chi ha investito milioni di Euro o ne investirà in futuro, questa domanda se la pone?
    Certo che si ma evidentemente i soldi non sono i suoi e ciò che gli fa gola sono solo gli incentivi pubblici e le opere di costruzione, ai posteri il conto finale e la distruzione. Solito film.

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  7. dalle mie parti esistono serre fotovoltaiche di dimensioni ridotte, qui e là...non producono nulla di agricolo. Solitamente al proprietario del terreno vengono pagati circa 2000 € di affitto annuo per 500 mq di serra...l'installatore che fa l'investimento (spesso un mafioso certificato o certificando) vende l'energia prodotta, lucrando con il conto energia. Le banche finanziano questo tipo di operazioni (le uniche direi. oramai), in quanto vi è come copertura la garanzia Statale sull'erogazione del Conto Energia (come fosse Buono del Tesoro). E' un sistema moderno per indebitarci ulteriormente, gli interessi li pagano, inconsapevolmente, tutti i consumatori, sulla bolletta elettrica...

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  8. Il Pacco fotovoltaico in Puglia

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/13/incassa-milioni-di-incentivi-e-chiude-il-pacco-fotovoltaico-delloligarca-russo/775264/

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  9. sono assolutamente contrario alla distruzione di altri 230 ettari, basta vedere le foto dei camion che levano il terreno; chissà cosa si potrà coltivare lì sotto! è poi se proprio si vuole fare la serra perchè non farla al posto del petrolchimico senza rovinare un paesaggio che per chi scende dalla strada del ponte olivo è bellissimo? (tranne lo sfondo)
    per quanto riguarda le serre fotovoltaiche di cui parla Granduro penso che se l'agricoltore invece di dare il terreno ad altri guadagnando solo 2000 euro per 500 mq avesse fatto lui l'investimento probabilmente guadagnerebbe di più.... le banche anche a lui avrebbero prestato i soldi con la garanzia del conto energia.....

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  10. La Spianata nel deserto è completa....tutto bloccato.
    http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/12/28/gela-si-blocca-cantiere-dellimpianto-fotovoltaico-piu-grande-deuropa-cattedrale/259587/

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  11. Ho letto l’articolo. Ho pure visto il video. Rileggendo i nostri commenti al post era tutto previsto. Però il tutto lascia comunque tanto amaro in bocca.

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  12. Sì, concordo, lascia davvero l'amaro in bocca.

    In sintesi: piatto ricco mi ci ficco... ma purtroppo adesso i buoi sono scappati, e Crocetta è arrivato in ritardo a chiudere la stalla.

    Orzo

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    1. Crocetta ha aperto la stalla...il progetto fu voluto da lui...purtroppo si sta rivelando un personaggio incredibilmente dannoso. Pochissime idee, molto confuse, condite da inconcludenza totale. Senza ombra di dubbio il peggior amministratore mai avuto in Sicilia, per quanto visto sinora...

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    2. Comunque è tutta la storia delle energie rinnovabili che è stata gestita in modo assurdo in Italia.
      Chi ci ha guadagnato? Le società (italiane o ancor più spesso straniere), gli oligarchi, le banche, tutta gente a cui l'ambiente non interessa una mazza.
      Chi ci ha rimesso? Chiunque lavori davvero, che viene bastonato due volte, prima come contribuente, poi quando va a pagare la bolletta dell'energia elettrica (e sarà così per anni!)

      Che poi Crocetta non combini niente in Sicilia è ancora un altro discorso...

      orzo

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    3. ho voluto puntualizzare le responsabilità politiche di Crocetta, come peraltro risulta anche dagli articoli del Fatto e dalle interviste che lo vedono pubblico difensore del progetto. Lo ritengo il responsabile principale di questa situazione specifica molto grave. Centinaia di ettari di ottimo terreno agricolo destinati all'oblio per chissà quanto tempo, oltre al resto dei danni.
      Chi ci ha rimesso sono gli agricoltori ai quali è stato tolto con l'illusione di un futuro migliore, lo strumento del proprio sostentamento.



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  13. Quando ci sono da mettere mano alle riforme e ai portafogli loro, mai nulla si può fare perché ci sono mille laccioli costituzionali. Incredibilmente questi scompaiono quando arriva il “sugo”.
    Da me se appoggi un mattone a terra ti vengono a chiedere la licenza edilizia. Se poti male un albero sul tuo fondo ti fanno la multa. Poi in una notte autorizzano un inceneritore o una centrale biomassa. Incredibile, siamo tornati al medioevo. Sbaglio?

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  14. Dal momento che in Sicilia splende sempre il Sole il fotovoltaico non costituisce una minaccia ma un opportunità.

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