venerdì 4 ottobre 2013

Resoconto serio, ma non troppo, dell'audizione in Commissione Agricoltura

Come vi avevo preannunciato l'audizione delle nostre Organizzazioni di Categoria presso la Commissione Agricoltura della Camera è avvenuta ieri. Di seguito nel testo del post troverete il comunicato della Commissione (Copagri) che vi illustrerà le importanti risoluzioni raggiunte...se preferite una versione meno elegante, ma più sintetica, pigiate direttamente qui.


Ecco il comunicato Copagri ufficiale:
Puntuale come ogni anno si presenta la crisi dei prezzi del grano duro scollata da ogni tradizionale rapporto tra domanda e offerta. In questo periodo nel quale avvengono le maggiori transizioni in campagna, indipendentemente dalla maggiore o minore produzione, inizia il flusso delle importazioni e la conseguente depressione dei prezzi del grano italiano. E’ un problema di gravissima entità che va affrontato con strumenti operativi degni di un moderno sistema di trading. E serve a poco purtroppo tentare di esorcizzare il problema, scomodando di volta in volta le più diverse autorità istituzionali compresa la più alta rappresentata dal parlamento e da questa Commissione. Si è detto a proposito della PAC che al di là dei pagamenti diretti è auspicabile l’utilizzo produttivo degli strumenti previsti dai regolamenti sullo sviluppo rurale e sulle OCM per realizzare finalmente un sistema di relazioni interprofessionali che sappia tutelare tutte le componenti della filiera. In particolare per alcune produzioni che le enciclopedie citano come commodities vanno esperite tutte le strade per la realizzazione di strumenti che diano soddisfazione certamente alla parte industriale, ma soprattutto alla parte agricola. Tra tali strumenti è utile verificare nuovi spazi da dare a progetti di qualità e alta qualità concordati tra le parti con esitazione precontrattata dei prodotti, meccanismi di ingegneria finanziaria che al di là dei future diano facilità d’accesso anche alla parte agricola, storicamente meno abituata a manipolare queste forme di credito. Si potrebbe auspicare la ridefinizione del credito speciale per l’agricoltura, creare fondi comuni a carico delle parti, impostare sistemi di mutualità contro i cali di produzioni e della relativa qualità. E gli agricoltori da canto loro, i cerealicoltori in particolare, dovranno essere aiutati a saper navigare in programmi di sistema, che diano ad essi le conoscenze per muoversi in maniera solidale con le dinamiche di mercato. Non deve creare scandalo la costituzione in comune tra le parti della filiera di brands o blands che riescano utilizzando le professionalità delle parti ad affrontare i mercati nazionale ed internazionale. L’agricoltore sa produrre qualità e quantità adeguate, l’industria ed il commercio ne devono sapere valorizzare le caratteristiche con un occhio attento ai costi della produzione che non deve sentirsi nemica di chi accompagna questo prodotto sui mercati.
Fonte (Agenzia Parlamentare)

Ecco quanto ho percepito io stringatamente del comunicato:
trading, non scocciate, alta qualità, precontratta, ingegneria finanziaria, programmi di sistema, brand, blands, volemose bene...
Insomma: IL NULLA.

Di seguito quanto invece percepito dalle nostre Organizzazioni:
GRANO DURO: MONITORAGGIO CAPILLARE E COSTANTE DELLE IMPORTAZIONI SIN DA SUBITO CONTRO SPECULAZIONI E VOLATILITA’ DEI PREZZI
I risultati dell’audizione della Commissione Agricoltura della Camera
“Abbiamo chiesto alla Commissione Agricoltura della Camera di definire un progetto innovativo di filiera, governato direttamente dal produttore, attraverso le proprie aggregazioni di prodotto, per ridurre progressivamente la dipendenza del sistema della trasformazione dall’estero, qualificare pane e pasta italiani con l’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine del grano e per cercare di contenere la volatilità dei prezzi. Ringraziamo l’onorevole Colomba Mongiello, a cui abbiamo consegnato un nostro dossier, che ha consentito alla Puglia di portare la vertenza grano duro all’attenzione della Commissione che attiverà, tra l’altro, un monitoraggio quotidiano e costante dell’attività di importazione di prodotto dall’estero sin da subito”.
E’ il Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, a riportare gli esiti della audizione della Commissione Agricoltura della Camera, convocata per accendere i riflettori sulla ‘vertenza grano’ in Puglia.
“Anche nel 2013 assistiamo – incalza Pietro Salcuni, Presidente della Coldiretti di Foggia, territorio straordinariamente vocato e ripetutamente mortificato da importazioni selvagge e volatilità dei prezzi - alla solita routine speculativa per il tenero, mentre, per motivi diversi, il grano duro subisce contrazioni di prezzo talvolta inspiegabili (si è scesi fino 23-24 €/ql), visto che il mercato comunitario quota in maniera superiore a parità di caratteristiche. Ormai siamo ai limiti dei costi di produzione. Di contro al consumo di pane e pasta non sono state mai apportate riduzioni di prezzi, che pure potevano essere fisiologiche nel periodo nel quale veniva ridotto il costo della materia prima”.
Non solo, nel corso del tempo la forbice si è ulteriormente allargata tra prezzi corrisposti alla produzione e quelli fissati al consumo, tant’è che oggi il ricarico tra grano duro e pasta è di circa 400%, grano tenero e pane intorno al 1.000%.
“Va corretto il tiro – conclude il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio – e vanno affrontate in maniera drastica tre storture fondamentali che condizionano fortemente il livello di prezzo corrisposto alla produzione, quali l’assoluta mancanza di norme che regolano il mercato mondiale (etichettatura di origine obbligatoria, tracciabilità delle produzioni), le importazioni speculative e il divario dei prezzi corrisposti alla produzione rispetto al consumo”.
In Puglia si concentra oltre il 36% dell’attività molitoria nazionale, con la lavorazione di circa 80 mila quintali al giorno di solo grano duro e di altri 15 mila quintali di grano tenero adottando innovazioni tecnologiche e strategie di mercato molto avanzate. Nell’industria della pasta, seppure rilevante, il ruolo della Puglia appare ridimensionato rispetto a quello della prima trasformazione, detenendo il 10% del potenziale nazionale.
La Puglia è la regione cerealicola leader in Italia con una Produzione Lorda Vendibile di 230milioni di euro. Nonostante ciò, gli industriali della pasta utilizzano solo il 20% di prodotto regionale, mentre sono 800.000 le tonnellate di grano duro che arrivano nel nostro Paese da Australia, Canada, Bangladesh, Sud America, Messico, Arizona e Texas….per produrre pasta "Made in Italy" senza che sia indicato in etichetta. La superficie investita a grano duro è la più estesa tra tutte le altre colture praticate e da sola rappresenta ¼ dell’intera Superficie Agricola Utilizzata (S.A.U.) regionale. Oltre il 60% della produzione regionale si concentra nel tavoliere di Foggia, nella pianura della Capitanata meridionale e nella fossa premurgiana barese.

Il comunicato dei sindacati farebbe intendere che sarà immediatamente adottato un monitoraggio CA-PIL-LA-RE delle importazioni di grano duro (finalmente, oh), ma la Copagri nel comunicato di prima non ne fa alcun cenno!!! Boh? 

Intanto a Foggia, in pieno psico-dramma, alcuni onorevoli, non perdono occasione per affermare che la piazza di Foggia avrebbe subito un calo delle quotazioni superiore alle altre piazze (ma quando mai!). Arrivando a ravvedere inquietanti atteggiamenti discriminatori dei mercati, soltanto nei confronti degli agricoltori del Tavoliere!!!

Prezzo del grano duro: Foggia discriminata
FOGGIA, 03/10/2013 18.54.20 di Redazione
Si è tenuta nel pomeriggio di oggi, giovedì 3 ottobre, a Montecitorio l'annunciata audizione in commissione Agricoltura dei rappresentanti delle organizzazioni agricole per Confagricoltura Foggia. Presente anche il presidente Onofrio Giuliano per provare a fare luce sui motivi che hanno determinato la riduzione dei prezzi del grano duro quotato in Capitanata, sceso al di sotto della soglia di guardia dei 24 euro al quintale.
La riunione, voluta dall'on. Colomba Mongiello, è servita quantomeno a chiarire i punti controversi di un mercato che – secondo quanto rilevato dal presidente Giuliano - vede progressivamente penalizzata la piazza foggiana con una riduzione dei prezzi incessante che prosegue dal maggio scorso. “E' significativo rilevare – ha rimarcato Giuliano – che a Foggia, principale bacino produttivo del Sud, il prezzo del grano duro sia sceso da un paio di settimane al limite dei 24 euro al quintale, mentre su altre piazze di riferimento ugualmente importanti come Bologna e Milano la quotazione si mantenga costantemente superiore di 2-3 euro”.
Il presidente di Confagricoltura Foggia ha denunciato durante l'incontro altre apparenti contraddizioni che condizionano il mercato del grano: “E' durante i periodi critici, quando i nostri silos sono ancora pieni di raccolto, che si concentrano maggiormente le importazioni di prodotto dall'estero che fanno inevitabilmente scendere le quotazioni di mercato in Capitanata. Questa coincidenza devono spiegarla gli industriali della pasta che fanno massicciamente ricorso alle importazioni di grano dall'estero, i produttori non possono subire passivamente l'arroganza di questi colossi che agiscono soltanto in nome del proprio tornaconto”.
Tra le proposte presentate in sede di commissione, Confagricoltura Foggia chiede l'attivazione di meccanismi che consentano di monitorare le modalità e i tempi in cui avviene l'immissione nel nostro Paese di grano acquistato dalle industrie sulle piazze straniere.
Fonte

Disgraziatamente l'atteggiamento discriminatorio verso i pugliesi sembrerebbe trovare solide ed inquietanti motivazioni...fonti riservatissime, infatti, mi hanno confidato che Guido Barilla, si sarebbe rifiutato ultimamente (in linea con la politica della azienda) di acquistare grano dalla  Puglia, in quanto Regione governata dal Presidente Vendola. Il mancato acquisto della granella pugliese da parte del colosso emiliano avrebbe provocato un calo drastico delle quotazioni, in coincidenza dei confini della Regione Puglia.
Ma non siete i soli cari pugliesi, a subire tali squallide discriminazioni, consolatevi, anche qui in Sicilia e per gli stessi motivi (Crocetta) stiamo subendo la stessa ritorsione. A pensarci bene sono anni che le quotazioni sicule del grano duro sono le più basse d'Italia, anche quando c'era Totò Cuffaro in realtà...non mi starete dicendo che anche lui...








8 commenti:

  1. Dopo aver letto mi limito a dire-avete mai visto i ciechi a fare a sassate?ecco cosa sembrano-

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    1. Skandiski
      Questi non sono ciechi....fanno finta!

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  2. Ma la differenza tra quotazione partenza o arrivo molino la capiscono questi?

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  3. io stamattina ho letto un comunicato di Agrinsieme dove si dice che responsabile della discesa dei prezzi del grano duro è la stagnazione della domanda molitoria e, udite udite, il calo dell'import. il calo dell'import?!?!ma dove?!?ma se dati Istat alla mano giugno 13 rispetto a giugno 12 ha fatto segnare un +40% tondo tondo di incremento degli arrivi di duro estero. povera cerealicoltura italiana...

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  4. scusate ho dimenticato di firmarmi

    GP

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    1. ci dai il link ISTAT, con i dati dell'importazione di Duro....mi sembra rilevante. Io avevo dati contrastanti di Anacer, relativamente al 1° semestre 2013.

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  5. il portale è coeweb dell'istat. http://www.coeweb.istat.it/
    Il dato è riferito solo al mese di giugno (circa 150mila tonnellate importate) e non al semestre gennaio-giugno.

    GP

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    1. non trovo il Duro, mi mandi la stampa di una schermata alla mail?
      grazie GP

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