sabato 2 marzo 2013

Come ti ammorbidisco il Duro

Da una collaborazione tra Istituzioni scientifiche "pubbliche" USA ed italiane una ricerca interessante sul grano duro. Duro si, ma non a tutti i costi.

Nei processi di macinatura la durezza delle cariossidi di grano duro implica un alto consumo di energia ed il ricorso a macchinari particolarmente potenti (e diversi rispetto ai molini per il tenero). Per darvi una idea della durezza delle cariossidi (in una scala da 1 a 100) il grano tenero va dai 25 a 35, contro i 60-75 di un tenero di forza e gli 80-100 del grano duro.
Secondo i ricercatori non vi è alcun motivo per cui il duro debba essere così difficile e costoso da trasformare, così hanno provveduto ad ammorbidirlo, lasciando immutate tuttavia le caratteristiche qualitative e commerciali della granella.
Come hanno fatto?
Il grano tenero ha 42 cromosomi (esaploide) con genomi AABBDD, mentre il Duro, un tetraploide, è un parente più semplificato con 28 cromosomi AABB. Tenero e Duro sono altamente correlati, ma come specie diverse, non possono incrociarsi, perchè manca il genoma DD.  I geni per la morbidezza del duro si trovano proprio su questi tratti cromosomici.
Dall'abstract di una importante rivista scientifica provo a tradurvi e sintetizzarvi ciò che è stato realizzato:
I geni della morbidezza (Puroindoline), contenuti nel DD, non sono compresi nel corredo genetico del Triticum turgidum (il duro), formatosi circa mezzo milione di anni fa. I ricercatori hanno trasferito i geni della Puroindoline mediante la ricombinazione omologa. Puroindolina 1 e Puroindolina b sono stati correttamente ricombinati (traslocati) dal cromosoma 5D del grano tenero ( T. aestivum ) di una varietà primaverile cinese di tenero nella varietà di duro Langdon con una  sostituzione disomica in 5B. Le linee di ricombinazione ottenute sebbene altamente instabili, attraverso il reincrocio con la varietà Svevo,  hanno prodotto linee segreganti stabili, dotate del gene della morbidezza. Il risultato finale è stata la costituzione di una varietà come lo Svevo, identica alla tradizionale, ma con cariosside morbida (valore di durezza 24 circa).
La varietà ottenuta è stata prontamente brevettata e sta per essere avviata sul mercato americano...chissà che tra qualche anno non ce la ritroveremo nei nostri campi...


P.S.: Lo Svevo è stato scelto in quanto varietà coltivata sia in Italia che nelle zone del desert durum USA.

P.S.2: i ricercatori italiani sono  Marco C. Simeone, Domenico Lafiandra della Tuscia di Viterbo.


3 commenti:

  1. ma essendo OGM noi non lo potremo coltivare?

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  2. Non è OGM, ai sensi della legislazione vigente.
    In teoria lo potremo coltivare anche noi.

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  3. se questa varietà è già stata brevetta, la semente costerà qualcosa in più. se alla vendita riuscirà a spuntare un prezzo maggiore di quello tradizionale, si potrebbe anche coltivare... ma la vedo dura.
    cmq mi sembra che lo Svevo sia una varietà appartenente alla Barilla, xkè è stata lei a costituirlo, mi sa ke c'è stato qualche accordo...

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