sabato 9 febbraio 2013

Sprezzosamente vivere, dignitosamente morire...per il lavoro in Sicilia

Stesso giorno 9 febbraio 2013, stessa città Trapani, due eventi tristi e drammatici legati da un aspetto comune: il lavoro. Il lavoro che manca ed il lavoro che noia. Il sogno di una vita dignitosa da un lato, ed il disprezzo verso quelli che il lavoro se lo sognano, dall'altro. Le incredibili sperequazioni sociali della Sicilia...sempre più tragicamente evidenti!


Due fatti che valgono più di mille parole:
TRAPANI  - Una corda intorno al collo in nome dell'articolo 1 della Costituzione. Un pizzino disperato. L'ultimo. Infilato tra le pagine del libro della Repubblica Italiana. Su quel pezzo di carta, che ha voluto con sé fino alla fine, elenca i nomi di tutte le vittime della crisi, imprenditori ed operai, lavoratori e piccoli proprietari di imprese. L'ultimo nome in fondo alla lista è il suo; poche ore dopo finirà sul verbale dei carabinieri che lo trovano impiccato a una trave sotto casa. Giuseppe Burgarella. A fianco, vergate di suo pugno, due frasi secche. "Se non lavoro non ho dignità. Adesso mi tolgo dallo stato di disoccupazione". 
Ultimamente aveva scritto due lettere: una al presidente Napolitano e una a Susanna Camusso, segretario della Cgil, il sindacato al quale Burgarella era iscritto da sempre (faceva parte del direttivo provinciale della Fillea). 

Nelle missive aveva messo nero su bianco tutto il suo disagio, una sofferenza mai spenta e che non riusciva più a tenere per sé. "L'articolo 1 della Costituzione dice che l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. E allora perché lo Stato non mi aiuta a trovare lavoro? Perché non mi toglie da questa condizione di disoccupazione? Perché non mi restituisce la mia dignità?". Fino alla minaccia finale. "E allora se non lo fa lo Stato lo debbo fare io...". 
All'ultima assemblea degli edili della Cgil trapanese, però, era la fine dell'anno, aveva preso la parola. Se lo ricordano per nulla rassegnato, ancora pronto a battersi per uscire dalla condizione da cui "nessuno riesce a togliermi. E come me tanti lavoratori che qui sono rimasti a casa".
Sembra una beffa del destino, o un supplizio di pena: un dirigente sindacale che si batte per gli altri e intanto è disperato, in segreto, perché non riesce più a fare il mestiere che ha sempre fatto: il muratore.

Walter Schiavella, responsabile nazionale Fillea: "Vedo ogni giorno negli occhi dei lavoratori la paura di perdere il proprio posto di lavoro, ma nella maggior parte dei casi la disperazione di non sapere come tirare avanti senza lavoro o con 700euro di cassa integrazione o vendendo la propria fatica per 20 euro al giorno nei mercati illegali delle braccia. E allora ti chiedi che ci stai a fare, come mai non riesci a fermare questa valanga impazzita". 


Assenteismo, arrestato dirigente regionaleTrapani: Mario Agliastro, 62 anni, è stato trovato in possesso di copie di tesserini che utilizzava per attestare la presenza dei colleghi mentre erano a casa. Gli uomini del nucleo di polizia giudiziaria della Forestale hanno arrestato Mario Agliastro, 62 anni, istruttore direttivo della Regione presso l'ispettorato provinciale agricoltura di Trapani, per truffa aggravata e falso materiale. Il funzionario che aveva copie artefatte dei tesserini attestava anche le presenze dei suoi colleghi mentre loro erano ancora in casa o impegnati in faccende private o ancora erano in viaggio per raggiungere il luogo di lavoro.
Nella truffa sarebbero coinvolti anche Francesco Buscaino e Gaetano Di Stefano, di 40 anni, impiegati presso lo stesso ispettorato. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore di Trapani Andrea Tarondo. Il pm ha disposto per Mario Agliastro gli arresti domiciliari mentre per gli altri due funzionari la denuncia a piede libero.

Fonte con video sotto








1 commento:

  1. Che a ben pensarci almeno il tipo che è stato arresto ci andava a lavoro. E i colleghi?

    Tanino

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