giovedì 29 marzo 2012

Casillo completa il Risiko granario?

Come segnalatoci opportunamente in un commento di un post precedente da "Janco", vi do conferma, egregi durogranicoltori della acquisizione di vari silos granaglie portuali italiani da parte del Gruppo Casillo.
Ma andiamo con ordine:

Il gruppo Italcementi di Bergamo, attraverso la controllata Silos granari, nel 1997 acquisì dalla ex-Ferruzzi vari silos portuali italiani: Palermo,  Catania, Spezia, Bari, Napoli, Ancona. 
L'attività era, infatti, considerata affine e complementare a quella terminalistica portuale del cemento. Dopo molti anni, nel gennaio 2012 nell'ambito di una riorganizzazione logistica di Italcementi, la controllata Silos granari, scorporata l'attività di stoccaggio cementizia, è stata ceduta alla società Terminal Cereali srl del gruppo Casillo.
La società Terminal è una controllata del gruppo Casillo, che si occupa dello stoccaggio granaglie sul territorio italiano. E' molto radicata nel Barese con una capacità di circa 200.000 t di ammasso, di cui ben 100.000 t a Corato (Ba). In Sicilia è già presente con uno stabilimento di stoccaggio di 30.000 t, ed un molino, a Pozzallo (RG).  
In seguito all'acquisizione della Silos granari anche lo stabilimento silos del Porto di Palermo, dotato di una capacità di stoccaggio di 27.000 t , insieme a quello di Catania (47.500 t) ed agli altri hub granari della Silos sparsi lungo la penisola (come Ancona 43.200 t e Bari 27.850 t),  verranno così annessi al gruppo andando a rafforzare la sua posizione già dominante nel mercato italiano, per un totale stoccabile stimato di circa 350.000 t.
Cosa è diventato oggi il gruppo Casillo (dal  suo sito):
Oggi il Gruppo Casillo è leader mondiale, con oltre due milioni di t di grano movimentate, nell’acquisto, trasformazione e commercializzazione del grano, anche grazie all’attività di trading, svolta attraverso la controllata Cinque Cereali. Il suo rilievo a livello internazionale è tale da fare del Gruppo un market maker.
La controllata Molino Casillo si occupa della produzione della semola e della sua commercializzazione a livello industriale: tra i propri clienti nomi come Barilla, Granoro, Garofalo, Pasta Zara e molti altri.
Selezione Casillo è la società che commercializza prodotti a base di sfarinati confezionati in sacco, destinati al mercato dei panificatori, pasticceri, laboratori artigianali e anche alla grande distribuzione.
Il rafforzamento di Casillo, certo non può essere salutato con favore da noi agricoltori siciliani. E' evidente che la perdita di un soggetto acquirente-trader come Italcementi renderà il mercato granario dell'isola ancora più stagnante. 
In questa annata, in alcuni periodi la differenza di prezzo con il continente è stata di circa 5 €/q. Pensate voi che la condizione quasi monopolista di Casillo, nell'isola, potrà rafforzare il nostro già misero potere contrattuale?



7 commenti:

  1. da agricoltore pugliese:

    alcuni mesi fa già parlammo dell'influenza del gruppo sul mercato italiano......ricordate?
    Bene. Piccola domanda:come speriamo di poter fare noi il prezzo se al raccolto conferiamo il nostro prodotto a loro fidandoci di un "pagherò"?

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    1. Già, e penso che per noi Siciliani sarà ancora peggio. A me sembra una manovra d'assedio commerciale all'isola quella messa in atto da Casillo.
      Ma vedremo a breve, qui tra 2 mesi si trebbia, già grani abbondantemente spigati nelle zone precoci.
      La musica si capirà subito.

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  2. Questo è un problema poco rilevante,il nostro prodotto prenderà quotazioni o perderà,a seconda di tanti elementi non italiani,la scarsa concorrenza è un problema non solo italiano,ma mondiale,ormai gli oligarchi sono in tutti i settori.
    Gli agricoltori,devono imparare a fare i conti,smettere di agire per sensazioni,nessuno ci obbliga a coltivare,allora prima di accingerci a farlo ebbene farsi 2 conti,è arrivato l ora di aggiungere all azienda una bella calcolatrice.
    Bisogna sapere chè si può anche stoccare in casa propria,ma con la volatilità dei prezzi rischi più di perdere chè di guadambiare,ci sono trasformatori che offrono i pre contratti,forse non sono il massimo,forse occorre attrezzarsi anche sotto il profilo professionale,ma si rischia poco,poi se si vuol fare gli speculatori ebbene sapere chè ci sono rischi.
    Tuttavia ebbene ricordare a tutti chè questo è il paese con la pressione fiscale più alta d Europa,con un livello di corruzzione senza eguali se non in Grecia,con un debito pubblico oltre il 120% del pil,siamo praticamente alla canna del gas,e in un paese del genere,è un pò difficile combattere contro la concorrenza estera,Casillo permettendo,gli altri a parità di costo hanno meno oneri e difficoltà,e la colpa di questo non è di Casillo,sia chiaro un soggetto per il quale non nutro alcuna simpatia,ma il problema è altrove.

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    1. Ci spieghi come sono strutturati, dalle tue parti, i pre-contratti?

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    2. nulla di eccezzionale,è solo chè si crea un vincolo tra produttore e promotore,non sono vincoli ferrei,ma richiedono un minimo di impegno,acquisto minimo di sementi prescelte,ma passo necessario per creare la filiera,il primo anno più oneroso,ma nei seguenti,parte del seminato puo essere integrato con il tuo seme prodotto precedentemente,un minimo di proteine(14)livello non difficile da raggiungere,poichè le varietà in questioni sono abbastanza predisposte,basta aiutarli con una azotificazione appropriata,alcune varietà sono suscettibili a malattie fungine,ma il problema è
      risolvibile con spese minime,ebbene ricordare che le aziende concessionarie,forniscono un disciplinare ,ma un buon agricoltore ne fà tranquillamente a meno,produrre grano con queste caratteristiche non è una impresa impossibile,sono riuscito a fare 13.5 col duilio.
      Il contratto non viene stipulato con il concessionario direttamente,ma è uno stuccattore in grado di separare al ricevimento, il prodotto per qualità e caratteristiche,il quale provvede a stipulare contratti di figliera con alcuni marchi,tipo B. e poi a girarli all agricoltore,con un prezzo minimo garantito al conferimento,se il buono mercantile e il contratto di filiera si equivalgono,il contratto subisce un aumento proporzionale,e sul buono mercantile e sù un prodotto qualitativamente superiore a 14 proteine,fino a 16 1E alqt,superiore a 16 1.5Eqt.
      ES: l anno scorso,consegna filiera E30.50compreso iva,equivalendosi con il buono mercantile e avendo fatto 15 di proteine,presi 36Eqt.
      Per i meno esigenti,cè anche una filiera con lo svevo,+2Ealqt del buono mercantile sulla quotazioni di bologna(da ricordare che lo svevo è molto produttivo,peccato per l allettamento.
      Io quest anno ne ho stipulati 2,uno con Barilla,(aureo) un altro con Baronia(quadrato),baronia è meno conveniente di barilla,anche sè il minimo garantito sono uguali E30.50 ivato alla consegna,ma io confido nelle buone performance del quadrato,da noi si attesta tra i 45-55qt ad ettaro.
      Per consegna non significa alla trebbiatura,ma bensi al momento di vendita.
      Il vero rischio è che se intoppi in una cattiva annata,rischi di vendere allo stesso prezzo del buono mercantile,più o meno,però sai di non rischiare il tonfo,e sai anche chè per esempio barilla in caso di un forte rialzo non và oltre i 39E,ma questi sono variabili ancora da verificare.
      noi seminiamo anche ceci con pre contratti,e speriamo di poterlo fare anche con il farro,il punto più importante è che alla aratura si ha gia una impastitura sulla semina che verrà,e questo per mè è importante,

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  3. certo con un prezzo base di 30,5 è senz'altro interessante.
    Ma non ti è mai capitato di avere qualche partita declassata?

    Qui in Sicilia esiste qualche contratto di questo genere, ma il prezzo base era circa 26, per quel che so. Non ne vale la pena io credo, tenendo conto dei vincoli, limiti e soglie imposte.
    Nel mio micro-areale poi continuo a ritenere che sia antieconomico produrre proteico.

    Per l'anno prossimo l'idea strategica aziendale è di limitare lavorazioni e gasolio, se il prezzo rimane così alto, e giocare di più con i diserbanti.

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    1. Nessuno ti regala niente,il rischio cè sempre,io evito di coltivare queste varietà su areali a rischio,consegno a stok di 200qt e punto alla media,fino ad ora tutto bene,tuttavia con questi mezzi mi sento più tranquillo,non voglio rischiare di vendere sotto i 18E al qt,che è il costo di produzione,nel tuo areale non sò,tuttavia sai benissimo che fare le proteine non è impresa titanica,poi se ti fanno girare le scatole,puoi sempre dire di aver prodotto 5qt ad ettaro e vendere il resto a chi ti pare(scorrettezza per scorrettezza) ma se lavori con gente seria problemi non nè avrai,chissa forse casillo potrebbe diventare un opportunità per voi,spero ,si ricordino che anche in italia si produca grano duro di buona qualità.
      Comunque la situazione italiana è grave,certo tù ti adopererai per resistere ma sarà veramente difficile sè i prezzi scendono,ebbene che lo sappiano anche i trsformatori.

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